Accosciati da sinistra: Alessandro Accordino, Andrea Pellegrino, Larbi Laghnimi, Leonardo Calmonte, Paolo Franceschini, Felice Costa.

In piedi da sinistra: Stefano Africano, Renato Genovese, Noris Smania, Marco Casarin, Pierluigi Boratto, Luca Franceschini.



22 dicembre 2008

GOLA PROFONDA: “E’ UN INTRIGO INTERNAZIONALE”


Il “Podista” è un autentico fiume in piena. E spunta, a sorpresa, la pista americana.
Bordignon si pente e svela ogni particolare di “Oil for players” in cambio dell’immunità.


dal nostro inviato M.C.

Castelfranco Veneto - Sembrava una figura di secondo piano. Sinora nulla era emerso a suo carico ed il mandato di comparizione che l’aveva raggiunto nei giorni scorsi pareva poco più di un atto dovuto. Ed invece, varcata la soglia del Palazzo di Giustizia, Lucio Bordignon (foto) ha parlato ininterrottamente per quasi quattro ore, spontaneamente, senza neppure il bisogno di essere incalzato dal Gip. Il quale, uscendo dalla stanza in cui si è svolto l’interrogatorio, non riesce a nascondere la grande soddisfazione per aver completato un mosaico che, con la testimonianza del “podista”, diviene una rappresentazione tanto nitida quanto inquietante di un vero e proprio intrigo internazionale. L’enorme mole di materiale sin qui raccolto dagli inquirenti s’incastra perfettamente con le rivelazioni del primo e sinora unico pentito. Ma quello che ha letteralmente colto di sorpresa giudice e forze dell’ordine, è l’incipit dell’”affaire”. Sicuri che il tutto avesse preso il via in Italia, ora gli inquirenti si trovano di fronte ad uno scenario di tutt’altra portata, che potrebbe, addirittura, mettere in discussione i rapporti diplomatici e le alleanze atlantiche. Tutto inizia nel 2007, quando, con la finta copertura di una partecipazione alla maratona di New York, Bordignon viene inviato negli Stati Uniti da Casarin. L’incarico è quello di far luce su una strana proposta che il presidente della Virtus ha ricevuto pochi giorni prima. Disertata la competizione, cui fa partecipare una sua controfigura, Bordignon fissa una serie di appuntamenti nel cuore finanziario della Grande Mela. Al suo ritorno in Italia rivela a Casarin il contenuto di questa fitta serie di colloqui. Il meccanismo di quella che diventerà “Oil for players” è tanto semplice quanto diabolico. In pratica, gli interlocutori americani, i cui nomi sono rigorosamente secretati, profondamente preoccupati per le previsioni sul rialzo del prezzo del greggio (ipotesi poi verificatasi con l’impennata dell’estate 2008), vogliono creare un mercato parallelo del petrolio, scambiandolo con giocatori di calcio a 5, al fine di calmierarne il valore. Casarin e soci non si fanno pregare, allettati dalle cifre a più zeri che finirebbero per incassare. L’operazione ha successo ed infatti, cogliendo in contropiede analisti ed esperti finanziari, inspiegabilmente il prezzo dell’oro nero inizia a precipitare sino a raggiungere, proprio in questi giorni, i minimi dell’anno. Tutto perfetto, almeno sino all’arrivo dei tabulati delle prime intercettazioni telefoniche sul tavolo del Sostituto Procuratore. Casarin ed i suoi sodali non fanno in tempo a godersi neppure un euro dell’ingente flusso di denaro proveniente da ogni parte del mondo e finito chissà dove. Neppure “gola profonda” Bordignon ha una spiegazione per questo. Forse ce l’avranno i destinatari dei prossimi arresti, visto che dai verbali sembra chiaro che la mattanza biancoceleste non sia finita.

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