Accosciati da sinistra: Alessandro Accordino, Andrea Pellegrino, Larbi Laghnimi, Leonardo Calmonte, Paolo Franceschini, Felice Costa.

In piedi da sinistra: Stefano Africano, Renato Genovese, Noris Smania, Marco Casarin, Pierluigi Boratto, Luca Franceschini.



11 dicembre 2008

Scandaloso. Calciatori in cambio di greggio



Il calcio a 5 precipita nella bufera. Arrestato il presidente della Virtus Castelfranco Veneto.

Intercettazioni telefoniche e foto incastrano il più alto dirigente biancoceleste. E non è finita.

L’illusione che uno dei più grandi scandali internazionali degli ultimi anni fosse ormai arrivato al capolinea e non avesse più nulla da svelare, potrebbe miseramente crollare se dovessero essere confermate le prime ipotesi trapelate a fronte del clamoroso arresto del presidente della Virtus, Marco Casarin. Dopo l’uragano “Oil for food”, che ha coinvolto centinaia di manager e politici di tutto il pianeta, ecco aprirsi un altro filone che, addirittura, potrebbe rivelarsi ancor più devastante del primo. L’operazione coordinata tra le polizie di vari paesi, tra i quali l’Italia, e denominata “Oil for players”, infatti, scoperchia un verminaio dalle proporzioni a dir poco gigantesche. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire come si è arrivati all’arresto dell’intraprendente e forse fin troppo disinvolto dirigente castellano. Minacciato telefonicamente dai propri tifosi per i deludenti risultati sin qui ottenuti dalla propria squadra militante nel campionato di serie D di calcio a 5, circa un mese fa Casarin richiede ed ottiene dal ministero dell’Interno un’auto blu con tanto di scorta (cfr post del 9 dicembre). Pochi giorni dopo, agli agenti che si occupano della sua incolumità, Casarin consegna una busta a lui stesso indirizzata, contenente due proiettili di grosso calibro. Ma proprio per far luce su quest’ultima minaccia, gli inquirenti gli mettono sotto controllo, a sua insaputa, il telefono con lo scopo di individuare gli autori del gesto. E da qui prende il via l’indagine che, col prosieguo delle intercettazioni, è divenuta uno scandalo senza frontiere. Ecco alcuni stralci delle telefonate intercorse tra Casarin ed un presunto procuratore sportivo dall’accento arabo: Procuratore “Quel Franceschini ci piace, quanti barili potrebbe valere?” Casarin “Facciamo…mmh…direi almeno venti per tutti e due fratelli (Luca e Paolo Franceschini ndr)” P. “Allora trenta se ci aggiunge Carbotti” C. “Carbotti ha amicizie troppo in alto. Potrebbe essere pericoloso” P. “Basta che non ci mandi Accordino. Ne aggiungiamo altri dieci e Costa è nostro” C. “Mhh…. Non so, ci devo pensare. Sentiamo anche Pala cosa dice. Casomai….” E qui la telefonata si interrompe a causa di disturbi sulla linea internazionale. Ad avallare l’ipotesi di un filone di indagine che riguarderebbe specificatamente il traffico illecito tra l’Italia ed i paesi dell’est, ci sarebbe una fotografia che immortala Casarin discutere fittamente assieme ad un quantomai misterioso emissario di un noto magnate del petrolio caucasico (cfr ANSA di ieri). Quest’ulteriore ed inequivocabile prova del coinvolgimento del presidente biancoceleste in “Oil for players” ha tolto ogni indugio ai titolari dell’indagine, che hanno immediatamente spiccato a suo carico un mandato d’arresto. Ironia del caso, il Casarin è stato catturato proprio mentre gozzovigliava in un noto ristorante trevigiano assieme a gran parte dei giocatori della Virtus (nella foto il momento dell’arresto). Si vedrà nei prossimi giorni quale sarà la reale portata dell’inchiesta, ma a quanto pare sono in molti, nel mondo del calcio a 5, ad aver iniziato a tremare.


M.C.

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