Accosciati da sinistra: Alessandro Accordino, Andrea Pellegrino, Larbi Laghnimi, Leonardo Calmonte, Paolo Franceschini, Felice Costa.

In piedi da sinistra: Stefano Africano, Renato Genovese, Noris Smania, Marco Casarin, Pierluigi Boratto, Luca Franceschini.



15 dicembre 2008

Oil for players. Decapitata la dirigenza della Virtus


La polizia pone fine alla breve latitanza di Pala. Nel pomeriggio in manette anche Boratto.
Diventano sempre più consistenti le prove ed il materiale a disposizione della magistratura.

Dal nostro inviato M.C.

Castelfranco Veneto - E’ durata meno di quarantotto ore la fuga di Luciano Pala, lo stretto collaboratore del presidente della Virtus Marco Casarin, arrestato la scorsa settimana nell’ambito dell’inchiesta “Oil for players”. Con un blitz in piena notte, infatti, la polizia ha colto di sorpresa Pala (foto) mentre si apprestava a prepararsi il giaciglio all’interno di un casolare abbandonato nella zona collinare del Montello, a nord di Treviso. Nessuna resistenza è stata opposta dal fuggitivo nei confronti dei poliziotti. Solo nel momento in cui gli sono state apposte le manette ai polsi, Pala avrebbe farfugliato qualche frase, poco convinta, circa la sua innocenza. Ma sia la lettura delle intercettazioni telefoniche, ormai copiose, in possesso della magistratura, sia la documentazione sin qui acquisita dagli inquirenti, lasciano ben poco spazio ai dubbi circa l’esistenza di una sorta di cupola del calcio a 5, con epicentro la società di Castelfranco Veneto, capace di trattare enormi quantità di oro nero in cambio di giocatori. A sorpresa, nel pomeriggio di ieri, accompagnato dal proprio avvocato, Pierluigi “Bobo” Boratto, dirigente virtussino, si era recato presso la locale caserma dei carabinieri con l’unico scopo di chiarire la propria posizione. Del tutto ignaro di essere già oggetto di un mandato di arresto, Boratto è stato immediatamente trattenuto per poi essere trasferito in cella. All’uscita dalla caserma, l’avvocato, apparso alquanto turbato per quanto accaduto in sua presenza, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Sono dunque salite a tre le persone già in carcere con la doppia accusa di “traffico illecito di persone adibite al gioco” e “contrabbando di materie prime”. Sembrerebbe, invece, destinatario di un semplice mandato di comparizione Lucio Bordignon, detto “il podista”, facente parte dello staff tecnico biancoceleste. Dalla sua testimonianza potrebbero emergere nuovi e scottanti particolari sulla vicenda. Si tratta ora di capire quali siano le singole responsabilità dei soggetti sin qui implicati e, soprattutto, quali siano la portata e le conseguenze di un’inchiesta partita per caso, che potrebbe trasformarsi in autentico tsunami di dimensioni planetarie.


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